sabato 7 maggio 2011

A Prima Vista

Ho pensato spesso a cosa avrei pensato una volta giunto in terra indiana. Mi sono bastati pochi minuti per cercare informazioni su internet e tutto è stato immediatamente più chiaro e trasparente. Un dato in particolare..India: 1.100.000 di persone di cui il 40% vive al di sotto della soglia di povertà. Un esercito di persone che vivono con meno di 1.25$ al giorno, circa 0,80€ (soglia di povertà definito dall' Unesco)

L'85% della popolazione indiana vive con meno di 2.5$, ovvero meno di 50€ al mese. 

Questa informazione, insieme a qualche foto ricevuta dal mio collega russo e la mia precedente esperienza lavorativa in Egitto mi ha permesso con estrema chiarezza di farmi un'idea più che sensata della realtà indiana. L'esperienza in Egitto fatta nel 2009 sì che è stata travolgente, inaspettata e incredibile. Seppure le due realtà siano differenti, ho toccato con mano per la prima volta nella vita cosa vuol dire vivere in un continente lontano dalle nostre tradizioni e dalla nostro benessere. Ovunque ti giri un paese del terzo mondo ti regala emozioni che definire contrastanti è poca cosa.  

L'India oggi giorno è così. Un paese pieno di contraddizioni: povertà estrema che si respira nell'aria, visibile ad ogni passo che si compie lungo le strade, condizioni igieniche proibitive, bambini che giocano nelle baracche ai cigli delle strade con la spazzatura, strade 24 ore al giorno invase da persone nullafacenti, donne che riscaldano l'acqua in dei grossi pentoloni neri adagiati sul fuoco..come se il tempo in quei luoghi si fosse fermato centinaia di anni fa'. E come contraltare a questa cruda realtà, dominata ancora da caste medievali, persone che si sono arricchite alle spalle di questi poveracci, che girano con macchine lussuose, vivono in centri residenziali dotati di tutti confort, spendono i propri denari in hotel a 5 stelle. No, per loro l'India non è una terra avara di possibilità. In un paese il cui il prodotto interno lordo (PIL) cresce con ritmi del 9%, la voragine diventa giorno dopo giorno sempre più profonda e incolmabile.





Nonostante questa realtà irreale, la mia reazione è stata di assoluta normalità. Nulla mi ha colto impreparato, nessuno sguardo, voce, momento di vita vissuto in quei primi 15 giorni passati in India. Come se tutto facesse parte di un copione già visto, già ripassato mentalmente, come se tutto fosse normale. Ma normale, non lo è affatto.