giovedì 12 maggio 2011

Volare

Aeroporto Francesco Cappa - Casale Monferrato. Domenica 19 Settembre 2010   Ore 09:00

Ed eccoci lì, io, Daniele e Valentina. Senza un vero perchè, trascinati dalla mia voglia di provare qualcosa di nuovo, di unico: Volare. Si perchè volare è il sogno proibito dell'uomo. I fratelli Wright hanno dato il là al concetto più moderno di volare, ma la vera sfida è galleggiare nell'aria solo con il proprio peso, senza alcuna corazza metallica che ti protegga, noi e il cielo, niente di più. I nostri sguardi si intrecciano spesso, sono un misto di eccitazione, adrenalina e paura. I paracaduti sono progettati per aprirsi ma a volta falliscono, come tutti d'altronde. Speriamo che non falliscano proprio ora..

Il tempo scorre lentamente nell'attesa del nostro turno fino a quando, ecco, il nostro momento è arrivato. Le lancette dei minuti diventano secondi, inizio a sentire il cuore che batte, come se prima si fosse fermato per prendere fiato. Pochi minuti per spiegarci cosa fare, mettere l'imbragatura ed eccomi sull'areo che sale piano verso i 4.000 metri.

L'ascesa è lenta ma continua, mi stupisco di quanto riesco a rimanere calmo. Forse il mio cervello è in standby, forse lo è sempre stato. Sta di fatto che il portone si apre.
Ci posizioniamo sulla porta, il mio istruttore dietro di me, inizia a contare e al 3 si salta..

Posizione di lancio: schiena all'indietro, gambe ben aperte e mani incrociate sul petto. Posizione impossibile da mantenere naturalmente. Mi viene voglia di mettere le mani avanti ma mi trattengo, ormai sono fuori dall'aereo.. Cosa si prova in quei secondi ? Difficile da spiegare. Per circa 10 secondi è solo paura, follia, pazzia, tremenda paura di non farcela. Poi, improvvisamente tutto cambia. Il corpo inizia a galleggiare nell'aria, apro le mani ed inizio a volare. La paura sul mio viso scompare e lascia spazio all'incredulità. Ragazzi miei, sto volando...

Trascorrono così 50 intensi e irripetibili secondi. Un battito di ciglia in una giornata normale, un'eternità in quel momento. Non ci sono più dubbi, più incertezze, me la godo, me la sto godendo al massimo. 
Rido, muovo le mani, mi agito, sto bene. Il mio corpo è come accarezzato da un fluido misterioso, senza colore, senza forma e senza sapore. Poi tutto d'un tratto un forte strattone. Uno strattone di felicità, è il paracadute che si è aperto.

Non sono ancora giunto a terra, ma sto già pensando 
a quando sarà il prossimo lancio..